25. Fino a oggi non sono mai stato contattato nemmeno per le condoglianze e, paradossalmente, non mi è stata comunicata nemmeno la causa di morte di Chiara. Sulla Sdo, Scheda di dimissione ospedaliera, il medico ha scritto alla riga 28 – Diagnosi principale di dimissione – codice: 174.0 – “Tumori maligni di capezzolo e areola della mammella della donna”. Un falso clamoroso. Al momento del decesso – emerge anche dalla cartella clinica alla quale il medico è tenuto a fare riferimento per compilare la Sdo28 – una delle poche parti integre del corpo di Chiara e non infiltrate dal tumore era proprio il torace superiore.
26. Quindi sulla Sdo non è stato corretto riportare quella causa di morte e non lo era neanche se fosse stato aggiunto l’aggettivo “metastatico”, in quanto Chiara, durante la degenza, non è stata sottoposta a nessuna indagine diagnostica in questo senso. Lo si pensa. Probabilmente la causa è stata il tumore al seno di cui Chiara era stata operata nel 2008 dallo stesso medico curante e sempre al Gemelli. Ma è una probabilità, non una certezza. In questo caso i medici dovevano esprimersi con certezza e non con probabilità. Non è stata fatta infatti nessuna specifica indagine diagnostica in questo senso. Ciò è una ulteriore indizio della superficialità dell’operato dei medici del Gemelli che hanno avuto, tanto per dire, in cura Chiara. O forse perché, tanto ormai…, una diagnosi eziopatologica certa era inutile?
Quindi disconosco la causa di morte di Chiara. Il medico che ha accertato la morte verso le 4.45 del mattino del 6 agosto 2012 era giovane, forse uno specializzando, sicuramente incapace di comunicare con i parenti. A me ha detto (lo riporto letteralmente perché ancora mi rimbomba nell’orecchio la freddezza del tono di pronuncia delle sue parole e il distacco personale che mi ha comunicato): “Lei è parente della signora della stanza?” (silenzio da parte mia). “Le comunico che è morta”. Ho fatto finta di non sentire.