Tanto ormai è l'espressione che alcuni sanitari continuano a pronunciare con le parole e con i fatti quando si trovano davanti malati terminali. Un atteggiamento di abbandono che condanna il malato, negli ultimi giorni di vita, alla solitudine privandolo anche dei più elementari diritti di cittadinanza.
Questo accade anche in reparti di strutture sanitarie d'eccellenza, nonostante in Italia dal 2010 sia in vigore la legge sulle cure palliative, che obbliga invece i sanitari ad attivare una serie di prestazioni per eliminare la sofferenza di questi malati, in quanto “ogni paziente inguaribile è curabile”.
Tanto ormai parla del caso della scrittrice Chiara Palazzolo, morta il 6 agosto 2012 al Policlinico Gemelli di Roma per un tumore al fegato, dopo un ricovero di appena due settimane. Un ricovero gestito da parte del personale sanitario in maniera negligente e inappropriata, che non ha portato a Chiara nessun beneficio sotto il profilo clinico, né è riuscito a rendere sereni gli ultimi giorni di vita.
Capitolo I - Negligenza in sanità e conseguenze
Capitolo II - La carriera degli incapaci e dei negligenti
Capitolo III - Il cadavere maltrattato
Capitolo IV - La prestazione inappropriata
Capitolo V - La nuova rivoluzione sanitaria
Capitolo VI - Il declino del merito professionale
“Signora del fantastico italiano”, Chiara Palazzolo “è morta nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 agosto 2012”, lasciando “in eredità agli scarni retaggi del buon romanzo italiano alcuni libri da preservare nell'oblio generalizzato cui ha abituato la lettura frettolosa e di occasione”.